Caratterizzazione e Classificazione dei Rifiuti

26 maggio 2025

Caratterizzazione e Classificazione dei Rifiuti

La corretta gestione dei rifiuti riduce l'impatto ambientale. La classificazione e la caratterizzazione dei rifiuti sono processi fondamentali per poter destinare i rifiuti al trattamento più idoneo, sia per recupero che smaltimento.

Comprendere questi aspetti è fondamentale per chi opera nel settore e, in particolare, per i produttori di rifiuti.



Normative di riferimento


La caratterizzazione dei rifiuti è disciplinata a livello comunitario e nazionale da una serie di normative:

  • Direttiva 2008/98/CE: la base della legislazione europea in materia di rifiuti
  • Decisione 2000/532/CE: definisce l'Elenco Europeo dei Rifiuti (EER) e attribuisce un codice a sei cifre a ogni tipo di rifiuto
  • Regolamento 2014/1357/UE: sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE e stabilisce i criteri di pericolosità
  • Regolamento 2017/997/UE: introduce modifiche riguardanti la caratteristica di pericolo HP14 (ecotossico)
  • Regolamento 2019/1021/UE: disciplina la gestione degli inquinanti organici persistenti (POPs)
  • Decreto Legislativo 152/2006: riferimento normativo per l'Italia che specifica le procedure di gestione dei rifiuti​
  • Linee Guida SNPA 24/2020: criteri tecnici omogenei per l’applicazione di queste norme e schemi procedurali per la caratterizzazione e la valutazione della pericolosità



Classificazione dei rifiuti e codice CER


​La classificazione è il primo passo nella gestione dei rifiuti e prevede l'assegnazione di un Codice Europeo dei Rifiuti (CER). Questo processo segue uno schema ben definito:

  • Identificazione dell’origine: è essenziale comprendere il processo produttivo che ha generato il rifiuto
  • Attribuzione del codice CER: il codice viene selezionato in base al ciclo produttivo, dalla lista ufficiale della Decisione 2000/532/CE. Il codice si seleziona a partire dalla prima coppia di numeri che identifica l’attività di provenienza; all’interno di questa coppia va selezionato il processo specifico e il tipo di rifiuto. Un esempio di codice CER è 15 01 10* → Imballaggi contaminati da sostanze pericolose, dove 15 rappresenta il gruppo “Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti)”. 15.01 si riferisce agli imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata). All’interno del 15.01 è possibile identificare 15.01.10* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze.
  • Determinazione della pericolosità: se il rifiuto ha un codice a specchio, è necessaria un'analisi di caratterizzazione per verificare la presenza di sostanze pericolose e determinare il codice CER corretto (pericoloso o no). Il codice a specchio corrisponde a un doppio codice CER che si riferisce allo stesso rifiuto: uno asteriscato nel caso di un rifiuto pericoloso e uno non asteriscato nel caso di un rifiuto non pericoloso.



Caratterizzazione dei rifiuti


Mentre la classificazione si basa sull’assegnazione di un codice CER, la caratterizzazione è un'analisi più approfondita che determina le proprietà chimico-fisiche del rifiuto. Questa fase è particolarmente importante per i rifiuti pericolosi.

La caratterizzazione analizza questi fattori:

  • Composizione chimica: identificazione di sostanze pericolose come metalli pesanti, PCB e idrocarburi​
  • Proprietà fisiche: stato solido, liquido o gassoso, infiammabilità e reattività chimica
  • Ecotossicità (HP14): verifica della pericolosità per gli organismi viventi
  • Presenza di Inquinanti Organici Persistenti (POPs): secondo il Regolamento 2019/1021/UE, i rifiuti contenenti sostanze come PCB, DDT o diossine oltre i limiti stabiliti sono classificati come pericolosi.


La valutazione della pericolosità avviene attraverso diverse procedure:

  1. Individuazione del processo produttivo: analisi del ciclo produttivo che determina le possibili sostanze pericolose coinvolte ​
  2. Analisi chimico-fisica: test di laboratorio che verifica la concentrazione delle sostanze pericolose
  3. Attribuzione della caratteristica di pericolo: in base ai limiti di concentrazione e ai risultati dei test, si assegnano le caratteristiche HP (da HP1 a HP15). Se il rifiuto ha un codice a specchio, è necessario procedere con l’analisi delle sostanze presenti​.


Quando è necessaria la caratterizzazione


La caratterizzazione dei rifiuti è richiesta in diverse situazioni:

  • Di fronte ad un codice CER a specchio per capire se è necessario aggiungere l’asterisco che indica la pericolosità del rifiuto alla fine delle tre coppie di cifre
  • Durante il conferimento presso impianti di smaltimento o recupero per determinare le modalità di trattamento
  • In caso di modifiche al processo produttivo per garantire la corretta gestione del rifiuto



Frequenza della caratterizzazione


L’accettazione del rifiuto presso un impianto di smaltimento e recupero dipende dal risultato della caratterizzazione. La caratterizzazione è richiesta obbligatoriamente in caso di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.


La frequenza della caratterizzazione varia a seconda del tipo di impianto:

  • Impianto di smaltimento (D): richiesta al primo conferimento e ripetuta una volta ogni 12 mesi o in caso di variazione significativa del ciclo produttivo del rifiuto.
  • Impianto di recupero (R): richiesta al primo conferimento e ripetuta ogni 12 mesi per i rifiuti speciali pericolosi e ogni 24 mesi per i rifiuti speciali non pericolosi. Anche in questo caso la caratterizzazione andrà ripetuta se il ciclo produttivo del rifiuto ha subito modifiche.



Differenze tra caratterizzazione e classificazione


  • Classificazione → identifica il codice CER e la pericolosità generale del rifiuto
  • Caratterizzazione → fornisce informazioni dettagliate sulla composizione chimica e sulle reazioni possibili del rifiuto


Entrambi i processi sono essenziali per determinare le modalità di trattamento e smaltimento più sicure ed efficienti​.



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